Abbiamo intervistato Giancarlo Pelliccia, abruzzese, da sempre appassionato di tematiche storiche

Abbiamo intervistato Giancarlo Pelliccia, abruzzese, da sempre appassionato di tematiche storiche

Novità in Libreria ha intervistato Giancarlo Pelliccia, abruzzese,  da sempre appassionato di tematiche storiche, che ha da poco pubblicato il suo primo saggio Benito Mussolini Il Padre Meno Nobile Della Repubblica Italiana (Tra le righe libri, 2022) un saggio nel quale analizza momenti ed  episodi noti e meno noti del Ventennio fascista come il consenso interno e quello  internazionale  della  dittatura, l’ambiguo rapporto con la Germania di Hitler, il legame col Franchismo.

Perché un nuovo libro sul Ventennio?

Perché mi sembrava  necessario per non commettere l’errore che spesso noi contemporanei facciamo, ovvero quello di giudicare altri periodi storici sulla base della nostra attuale scala di valori: volevo capire prima di tutto il più possibile che cosa era realmente accaduto in quel periodo sulla base di quanto era effettivamente provato, visto che ancora ci sono domande alle quali non è stata data una risposta oppure è stata data in modo ambiguo.

Quali sono gli obiettivi che ti sei posto, pubblicando il tuo primo libro?

Con questo mio primo libro voglio approfondire avvenimenti che più di altri hanno condizionato la vita delle persone, e non solo nel nostro Paese.

Quale metodo hai usato per indagare e raccontare un periodo che non hai conosciuto direttamente?

Mi sono basato molto sulle testimonianze dirette, come i familiari che di quel periodo hanno  fatto esperienza conservandone un ricordo vivo e credibile e questo mi ha consentito di approfondire gli argomenti.

Come valuti il ruolo della Storia, oggi?

Teniamo sempre presente che la Storia non può essere insegnata, ma deve invece essere indagata e ricordata, con obiettività, e rispettata, perché è lei invece che può insegnare qualcosa.

Quali sono i tuoi modelli letterari?

Prima e durante la stesura di questo libro, ho sempre avuto come modello quello di storici quali Marc Bloch e Renzo De Felice.

E dei saggi storici più recenti, cosa pensi?

Negli ultimi tempi ho notato che le vicende storiche sembrano siano stranamente divenute di quasi esclusiva competenza di giornalisti, mentre gli storici sono stati come relegati in un angolo; la cosa strana è che molti dei primi sembrano spesso abbastanza distratti nel riportare fatti di attualità e nella loro completezza come invece dovrebbe comportare il loro lavoro, mentre riescono a dare con estrema disinvoltura giudizi definitivi su epoche passate

È facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?

Per scrivere un saggio è necessario dover fare delle ricerche anche presso archivi, per poter confermare fonti o trovare fonti attendibili a supporto di eventuali fatti. Non sempre si ha il tempo necessario per farlo.

Come sei arrivato alla pubblicazione del tuo libro?

Ero convinto che il mio lavoro fosse di buon livello e che potesse essere anche una possibile novità all’interno del panorama editoriale, data la presenza di argomenti poco trattati: pertanto ho pensato di sottoporlo all’attenzione di alcune case editrici e ho ricevuto la proposta di pubblicazione da parte di Tralerighe.

Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?

Le reti sociali  possono rappresentare canali importanti per cercare di pubblicizzare in modo autonomo dei libri, cercando di evitare così anche un possibile appiattimento della cultura e cioè il pericolo di avere una cultura puramente autoreferenziale.   

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