Abbiamo intervistato Alessandro Quadri di Cardano, autore de La Verità Non Conta

Abbiamo intervistato Alessandro Quadri di Cardano, autore de La Verità Non Conta

Novità in Libreria fa conoscere ai suoi lettori Alessandro Quadri di Cardano scrittore bolognese residente in Spagna dove lavora per l’Unione Europea e dove ha scritto La Verità Non Conta (NeP, 2022) il suo primo romanzo, un perfetto mix di giallo, storia familiare e  giornalismo d’inchiesta che, senza poliziotti o investigatori, guida il lettore nel profondo di un mistero cittadino complesso e intrigante.

 Come è nata l’idea alla base de La Verità Non Conta?

L’idea nasce ascoltando un’amica dare la propria versione della sua decisione di divorziare: fui portato a riflettere su come la realtà fosse soggettiva perché ognuno vive e interpreta gli eventi a propria maniera.

Da lì l’idea di esplorare questa inafferrabilità della verità immaginando un omicidio in cui i due unici testimoni avrebbero dato versioni contrapposte dei fatti e come avrebbe fatto una terza persona a ricostruire gli eventi e farsi una propria opinione di quanto accaduto.

Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?

Certamente ogni libro porta in sé qualcosa del suo autore ma questo romanzo ha anche e soprattutto una grande parte d’immaginazione e di fantasia: alcune parti sono debitrici di miei ricordi personali, ma devo ammettere che mi sono divertito a creare una storia, a giocare con i miei personaggi e a seguirli nella vicenda.

Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?

Essendo al mio primo romanzo il rapporto con i lettori è qualcosa di nuovo, fatto di grande timore e di enormi sorprese: ho paura di deludere e di essere deluso, ma al tempo spesso spero di stupire e devo dire che sono spesso meravigliato dall’accoglienza positiva del pubblico, che al momento è veramente molto genero e benevolo verso la mia opera.

Vorrei fornire ai miei lettori delle garanzie sulla qualità del mio prodotto letterario e lo faccio andando a creare una relazione con quegli influencers che io stesso reputo vicini alla mia sensibilità artistica e di cui mi fido innanzitutto come lettore: se una persona di cui seguo i consigli letterari apprezza il mio romanzo e lo consiglia, questo mi rassicura e mi fa pensare che anche altre persone potranno apprezzare il volume.

Quando e perché hai deciso di diventare uno scrittore?

Non credo di non aver espresso nessuna scelta, ma di essere semplicemente vittima di un impulso che mi porta a inventare storie e personaggi: fin da bambino passavo ore ad inventare storie e scenari e da adolescente la scrittura ha semplicemente sostituito il gioco.

Penso si possa dire che non ho mai smesso di giocare, solo che ho rimpiazzato i vari pupazzi con personaggi sempre più astratti ed elaborati, pieni di complessità e aspettative, che ora condivido tramite i miei libri.

 A quali libri o scrittori senti di poterti ispirare?

Lucarelli e Carrisi, Musso, Schmitt e Levy, Pèrez Reverte e Garcia Marquez, ma l’autore a cui sono più riconoscente è sicuramente Joel Dicker perché è stato grazie a lui se sono riuscito a trovare la chiave di volta che mi ha permesso di scrivere La Verità Non Conta. Infatti, soffrendo del famigerato blocco dello scrittore, fu proprio uno dei suoi libri che mi permise di trovare il modo giusto per raccontare la mia storia, tanto che forse, senza di lui, “La verità non conta” non esisterebbe.

Alessandro Quadri di Cardano

E’ facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?

Sicuramente no, mi piacerebbe avere molto più tempo a disposizione per effettuare delle ricerche e per scrivere ma la necessità di conciliare questa passione con un lavoro a tempo pieno mi costringe a tanti sacrifici. 

Come ti descriveresti, come lettore?

Certamente non sono un lettore facile, perché non amo le storie irrealistiche e i deus ex machina, mentre apprezzo diversi generi letterari, purché coerenti.

Che tipo di scrittore vorresti essere?

Un autore non può barare, ma deve giocare ad armi pari con il suo pubblico e per questo motivo voglio essere assolutamente onesto e creare storie complesse ma verosimili, in cui chi legge deve avere la possibilità d’indovinare chi sia l’assassino. Come scrittore, ho il compito di tentare di confondere il lettore fino all’ultimo, ma in maniera onesta e leale, e con mutuo divertimento.

Ad esempio, un giallo in cui si scopra che l’assassino è un personaggio che s’incontra solo nelle ultime pagine mi darebbe fastidio, perché mi sentirei preso in giro.

Come sei arrivato alla pubblicazione del tuo libro?

Avevo inviato il mio manoscritto ai principali editori italiani senza ottenere risposta positiva, allora provai a passare per l’intermediazione di un agente letterario: contattai Bottega Editoriale e ricevetti velocemente un commento molto positivo sulla mia storia, decidemmo quindi di lavorare congiuntamente per finalizzare il libro e renderlo maturo.

Proponemmo il libro finito  a vari editore e scegliemmo la proposta di NeP Edizioni perché garantiva una pubblicazione di qualità in tempi rapidi e una buona distribuzione.

Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?

Credo che oggi nessuno compri più nulla senza guardare le opinioni espresse da altri consumatori. Nella mia vita di tutti i giorni, prima di prenotare un ristorante che non conosco, guardo le recensioni e per un libro è lo stesso, perché è un prodotti d’intrattenimento come altri e ritengo che le reti sociali siano fondamentali, non solo per gli scrittori esordienti o indipendenti, ma anche per chi pubblica con i colossi dell’editoria, che non a caso seguono questi mezzi di comunicazione con grande attenzione.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sto finalizzando un nuovo romanzo giallo, questa volta molto più classico, un vero noir poliziesco ambientato a New York, un’opera molto più matura e in cui ho voluto giocare con gli stereotipi del genere giallo, creando personaggi che a prima vista appaiono stereotipati, ma che poi si rivelano essere profondi, interessanti e non banali.

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