Salvo Tosto torna in libreria con Credevo Fosse Un tramonto E Invece Era Un’Aurora: l’intervista

Salvo Tosto torna in libreria con Credevo Fosse Un tramonto E Invece Era Un’Aurora: l’intervista

E’ tornato in libreria lo scrittore siciliano Salvo Tosto che aveva conquistato il pubblico con la raccolta di racconti Tempo Instabile (Leonida, 2021); oggi pubblica una seconda antologia, simile nella concezione, ma più meditata e matura, dal titolo Credevo Fosse Un tramonto E Invece Era Un’Aurora (Leonida, 2023).

La nostra redazione lo ha intervistato.

Com’è nata l’idea alla base del tuo ultimo libro?

Il mio secondo libro deriva direttamente dal precedente,  frutto di un meccanismo mentale ormai avviato verso l’individuazione di situazioni problematiche, di elementi di debolezza ancora presenti nella nostra società, rispetto ai quali occorreva ancora puntare il dito e dire ai lettori «Dobbiamo farcene carico».

Ci sono differenze, rispetto a Tempo Instabile?

Rispetto al primo libro le tematiche vengono affrontate in modo meno didascalico, con più spazio e più attenzione all’aspetto narrativo e alla  psicologia dei personaggi nonché all’invenzione sorprendente: meno lezioncina e più immaginazione, pur restando nell’ambito del verosimile, perché ho cercato più coinvolgimento emotivo e maggiore sviluppo delle trame, sempre però nel rifiuto del superfluo e nella ricerca dell’essenzialità, caratteristiche che continuano a farmi preferire la forma racconto rispetto alla forma romanzo.

Ci sono problematiche che il libro tratta in modo particolare?

Ho preso particolarmente in esame  il rapporto uomo-donna e la legalità.

Cosa ti spinge a continuare a scrivere?

La motivazione principale che mi spinge a scrivere è quella di comunicare con i lettori, dire loro quel che penso, suscitare un confronto alla pari.

Salvo Tosto


 Com’è cambiato, se è cambiato, negli anni e rispetto al libro precedente, il tuo rapporto con la scrittura?

Non è cambiato radicalmente, però si è maturato, così  adesso sento maggiormente la responsabilità di garantire un livello qualitativo soddisfacente e sono diventato più selettivo: per scrivere il primo libro ho racimolato tutto ciò che mi sono trovato nella testa ma  per il secondo ho proceduto “per diminuzione” e per i tredici racconti pubblicati ce n’è almeno una decina che ho scartato ed escluso dalla “rosa” dei titolari.
 

E quello con i lettori?

Continua ad essere un rapporto di grande rispetto, perché i lettori non meritano manierismi, arroganza o furbizia ma meritano tanta sincerità e tanto rispetto per la loro intelligenza; auspico riscontri, anche se posso averli di fatto solo con quanti di loro conosco. Anzi, sai che ti dico? Voglio pubblicare il mio indirizzo e-mail per dare a chi volesse farlo la possibilità di contattarmi, per esprimere i loro pareri, il loro apprezzamento o il loro dissenso rispetto a quanto ho scritto per loro. Mi raccomando però: sempre con toni civili e senza insulti: salvatore.tosto50@gmail.com

Ritieni che gli anni difficili che stiamo vivendo abbiano influito sui gusti e la sensibilità dei lettori?

Non ho statistiche precise in mano, ma se una modifica c’è stata, ritengo che abbia potuto interessare l’estremizzazione dell’atteggiamento verso la letteratura impegnata: da una parte c’è chi ha sentito con più forza la necessità di capire maggiormente le grandi problematiche riguardanti la società e i rapporti tra le persone, c’è invece chi ha avvertito l’esigenza di alleggerirsi da tutte le preoccupazioni incombenti e schiaccianti, ricercando nella letteratura una possibilità di distrazione, di evasione.

Tu come ti poni, in merito?

Io propongo una via di  mezzo: impegno sì, e tanto, ma senza fustigarsi e sempre pronti ad alleggerire anche le situazioni drammatiche con un pizzico di rispettoso umorismo e di benevola ironia.
 

Ritieni che la narrativa contemporanea possa soddisfare le esigenze dei lettori o trovi che manchi qualcosa all’offerta odierna?

Penso che l’offerta sia quanto mai ampia, forse addirittura eccedente rispetto alle esigenze dei lettori: vedo le nuove produzioni e mi sembra che siano rappresentati tutti i generi e tutte le sensibilità ed è difficile scegliere a priori e, per evitare delusioni dopo aver speso soldi e tempo, molti continuano a cercare solo i nomi sicuri;  noi esordienti siamo penalizzati da tale meccanismo e per questo invito i più coraggiosi ad affrontare un minimo di rischio, perché la soddisfazione derivante anche da una sola scoperta soddisfacente ripagherà ampiamente eventuali delusioni.

Ritieni che le nuove forme dell’editoria, (auto-pubblicazione, editoria a pagamento piattaforme o collettivi) posano essere un limite o una risorsa per uno scrittore?

Per lo scrittore possono essere una risorsa, ma per il lettore non sono una garanzia sufficiente di qualità: se un autore si fa carico delle spese, può pubblicare qualsiasi cosa, dal capolavoro all’opera più modesta e scadente che si possa immaginare, per questo io ho cercato un editore  che si accollasse tutte le spese per la revisione, la stampa e la distribuzione dei miei libri, senza neanche impormi l’acquisto di un numero minimo di copie, per avere la garanzia che l’editore crede in quello che gli propongo, gli piace, ritiene che sia un prodotto con della qualità e pensa che possa piacere al pubblico. Nessuno impegna i propri soldi in schifezze.
 

Cosa c’è nel tuo futuro?

Spero di poter rispondere fra circa un anno con un prodotto concreto e finito. Per il momento è solo un progetto al quale sto già lavorando, ma che non mi sento di definire. In modo se vuoi un po’ sibillino, ti anticipo soltanto che fra le emozioni più intense che la letteratura o il teatro o il cinema mi abbiano fatto provare, ci sono quelle che mi inducevano a commuovermi mentre ridevo e a ridere mentre mi commuovevo, alla maniera di Eduardo de Filippo, Massimo Troisi, Charlie Chaplin. È una tendenza già presente nei miei racconti che mi piacerebbe sviluppare.

Che consigli daresti a uno scrittore esordiente?

Mentre si scrive, continuare a leggere tanti altri autori, per affinare sempre di più il proprio orecchio per la lingua, per la sua musicalità, per la sua armonia e poi consiglio di individuare obiettivi un po’ più alti del semplice passare il tempo e far passare il tempo in modo piacevole. Cosa che non guasta, sia ben chiaro, ma non basta.

 Booktrailer di Valentina Piras

Il dipinto di copertina è di Pippo Pavone

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