novitainlibreria.it ha intervistato Alessandro Faneschi, autore di Montalcino 1553 – Cronaca di un assedio

Montalcino 1553

novitainlibreria.it ha intervistato Alessandro Faneschi, autore di Montalcino 1553 – Cronaca di un assedio

Alessandro Faneschi, nato a Montalcino, è da sempre appassionato di storia locale: ha già scritto due libri di storia locale e ha da poco pubblicato il suo primo romanzo Montalcino 1553 – Cronaca di un assedio (Albatros Editore). Novità in libreria lo ha intervistato.

Come hai deciso di scrivere Montalcino 1553?

In verità le prime due pagine erano già state scritte da diversi anni, ma non avevo pensato di pubblicarle; durante l’isolamento dovuto all’emergenza sanitaria ho ripreso leggere molti testi di storia locale e mi sono ricordato di quelle due prime pagine, così ho imbastito una trama e ho scritto il mio primo e probabilmente ultimo libro.

Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?

Tiranfallo forse mi assomiglia nello stile di vita: spirito libero, taciturno, amante e rispettoso delle persone e della natura.

Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?

I miei lettori sono tutti miei concittadini e in una città di poco più di duemila abitanti tutti ci conosciamo e difficilmente qualcuno ti dice che il libro è brutto. Comunque anche quelli con cui ho meno rapporti, hanno manifestato il loro apprezzamento sul romanzo.

Quando e perché hai deciso di diventare uno scrittore?

Dovendo stare in casa da solo per ben ventiquattro giorni, a causa dell’isolamento dovuto al CoviD, è stato quasi un obbligo fare qualcosa di diverso che passare dal divano alla televisione o al computer o leggere.

Quali sono i tuoi modelli letterari? A quali libri o scrittori/scrittrici senti di poterti ispirare?

A me piacciono particolarmente romanzi storici e non ho la presunzione di ispirarmi a nessun scrittore affermato. Mi piacciono Valerio Massimo Manfredi, Roberto Fabbri, Guido Cervo, Dan Brown.

E’ facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?

Per me è stato facile: essendo pensionato  non credo che avrei comunque avuto problemi a dedicarmi alla scrittura anche in un periodo normale, ma la pandemia è quella che ha innescato la voglia di fare qualcosa di diverso.

Che tipo di lettore sei?

Limitato negli argomenti perché come detto, leggo particolarmente libri storici e qualcosa di politica.

Come sei arrivato alla pubblicazione del tuo libro?

L’ho inviato al Gruppo Albatros Il Filo che aveva un reparto definito “Nuove Voci” ma l’avevo spedito con la certezza che nemmeno mi avrebbero risposto, mentre invece un pomeriggio di aprile vengo contattato e da allora ci sono stati una serie di contatti molto frequenti.

Un’esperienza del tutto nuova in un campo sino a quel momento per me del tutto sconosciuto.

Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?

Le reti sociali sono di vitale importanza per dare visibilità e conseguentemente pubblicità agli scrittori sconosciuti. Io sono stato seguito passo passo da una casa editrice che ha un interesse diretto nel vendere più libri possibile.

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