L’intervista alla scrittrice Marianna Guida, in occasione del suo ultimo libro La Mano Sinistra

L’intervista alla scrittrice Marianna Guida, in occasione del suo ultimo libro La Mano Sinistra

Marianna Guida, napoletana, è autrice di Interno Napoletano (Morellini, 2017) e Un Nido Di Memorie (Guida, 2019) è stata una delle vincitrici del concorso Racconti Nella Rete, promosso dall’editore Castevecchi; nel 2023 è tornata in libreria con  La Mano Sinistra (GFE) un’antologia di racconti ambientati a Napoli, che raccontano la fatica di crescere e affermarsi di personaggi diversi per età ed estrazione sociale.

La nostra redazione l’ha intervistata.

Com’è nata l’idea alla base de La Mano Sinistra?

L’idea è nata dal desiderio di raccogliere i molti racconti che avevo già scritto a partire dal 2018, che hanno un filo conduttore unitario e mi piaceva, soprattutto, esplorare i mondi familiari dove spesso nascono ferite e crisi identitarie.

Cosa cerchi, nella scrittura?

Amo il metodo e la necessaria disciplina della scrittura, essendo io una che scrive “di pancia” e spinta dall’emotività, ma quello che mi attira davvero della narrativa è il suo potenziale trasformistico, la varietà dei personaggi a cui ho dato vita nella quale riconosco le mie varie anime e le me stesse mai nate.

Che rapporto hai con i tuoi lettori?

 Il lettore è il vero interlocutore delle mie storie e  merita rispetto, merita un colloquio sano e spassionato con chi scrive,  inoltre il riscontro del pubblico è utile per verificare l’impatto emotivo di ciò che si è scritto, un narratore dovrebbe sempre avere la capacità di sdoppiarsi trasformandosi nel lettore destinatario.

Marianna Guida

Che tipo di scrittrice sei o pensi di essere?

Scrivo da sempre per osservare meglio il mondo, per scoprire significati sotterranei, per sottopormi a spietate auto-analisi e per questo prediligo uno stile “diaristico” e “memoriale” ma poi  ho scoperto la scrittura bozzettistica e ironica che ha caratterizzato i miei primi libri; di recente sono tornata a concepire la scrittura come un processo di suggestioni o ricordi che fanno nascere immagini da inseguire che, a loro volta, generano le storie che ho scelto di raccontare nel mio ultimo libro.

Quali sono i tuoi modelli letterari?

 Di sicuro in questa ultima esperienza le fonti che hanno agito sono state la Ortese, il Calvino de Gli Amori Difficili e, per l’elemento surreale, Buzzati.

E’ difficile conciliare scrittura e vita quotidiana?

Direi che l’attività più stressante è quella della promozione del libro, la fase di editing e consegna del materiale; vivo infatti con una certa apprensione ogni scadenza che mi venga imposta. La scrittura in se’ non è un problema.

Cosa cerchi nella lettura?

 I libri hanno scandito le tappe principali della mia vita: ho letto molti classici e a volte mi capita di riaprirne alcuni soprattutto per riassaporarne il gusto e riattivare le sensazioni che si erano innescate, salvo scoprire di essere diventata sensibile ad altre sollecitazioni.

Che tipo di lettrice sei?

Penso di potermi definire una lettrice appassionata e onnivora, anche se non di rado mi capita di abbandonare libri scritti male.

Come sei arrivata a pubblicare La Mano Sinistra?

Non ci sono state, fortunatamente, particolari vicissitudini e l’unica cosa che dispiace è che il libro sia ordinabile on demand e non sia fisicamente presente nelle librerie.

Scrittori indipendenti e reti sociali: un rapporto difficile o una risorsa?

Per uno scrittore esordiente i canali sociali possono svolgere un’importante funzione di supporto perché attraverso le piattaforme si ricevono riscontri immediati sulla bontà dei propri lavori e possono mettere in relazione le persone fornendo opportunità e spunti di riflessione soprattutto all’interno di gruppi specifici di lettori o scrittori esordienti. In tali realtà il confronto può diventare proficuo soprattutto se si conoscono persone competenti.

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