L’intervista a Candida Ippolito, autrice siciliana

Candida Ippolito, siciliana, già autrice di  Fogli Bianchi (Armando Editore, 2021) esordisce nella narrativa con L’Intensa Vita Di Vita (Scatole Parlanti, 2022) che narra la storia di una donna coraggiosa che combatte il patriarcato e l’omertà mafiosa, non rimanendo indifferente alle ingiustizie.

La nostra redazione l’ha incontrata.

Come è nata l’idea alla base de L’Intensa Vita Di Vita?

Il romanzo nasce dalle riflessioni sulla condizione della donna, sulla disparità di genere e sul fatto che della mentalità patriarcale siamo responsabili anche noi donne perché molto spesso, nel corso della storia, l’abbiamo avallata; desideravo parlare di questo  e omaggiare quelle donne che, con coraggio e determinazione, hanno cercato di cambiare tale mentalità.

Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?

Molto: le protagoniste del mio libro si ispirano a mia nonna e a mia sorella e il personaggio di  Michele a mio padre: inoltre  alcuni avvenimenti riportati nel libro sono reali.

Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?

I miei lettori più fedeli sono soprattutto i miei ex alunni: l’affetto che ci lega li spinge ad acquistare i miei libri con totale fiducia e questo mi lusinga e mi commuove: per quanto mi riguarda, mi piace sapere cosa pensano del libro, accetto con piacere anche le critiche perché le ritengo molto utili.

Candida Ippolito

Che tipo di scrittrice pensi di essere?

Scrittrice non è la parola adatta, la strada per diventarlo è ancora lunga, ma mi piace scrivere, mi è sempre piaciuto: è il mio modo per analizzare il mondo e per essere felice!

Quali sono i tuoi modelli letterari? A quali libri o scrittrici/scrittori senti di poterti ispirare?

Gli autori che amo sono molti: Bufalino, Pirandello, Calvino, Dostoevskij , Pinkola Estes, Hannah Arendt…, ma non mi sono lasciata ispirare da loro bensì dalla mia vita e dalle relative osservazioni.

E’ facile conciliare l’attività di scrittrice con la vita di tutti i giorni?

Non molto! Lavoro, ho tre figli, un ruolo attivo in alcune associazioni e spesso devo tenere a bada la voglia di scrivere perché impossibilitata a farlo.

Come ti descriveresti, come lettrice?

Affamata, attenta, ma non pretenziosa: riesco ad apprezzare un libro anche se debole dal punto di vista della trama, l’importante è che mi catturi la scrittura.

Come sei arrivata alla pubblicazione del tuo libro?

Sono stata contatta da case editrici modeste ma solide che credono nell’operato di autori emergenti; ritengo di avercela fatta perché, per stessa ammissione degli editori, il mio manoscritto necessitava di un piccolissimo lavoro di editing, i refusi erano pochi ed era ben impaginato, mentre spesso le case editrici si ritrovano a fare i conti con manoscritti validi, semanticamente parlando, che però necessitano di un lavoro di editing strutturale e dunque eccessivamente costoso.

Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?

La ritengo notevole perché i lettori competenti sanno che spesso i grandi colossi pubblicano roba dozzinale e commerciale il cui unico intento è quello economico e che la sostanza spesso proviene dalle piccole case editrici, le quali riescono a ottenere successi tramite il passaparola dei lettori nei social.

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