L’ANIMA E LA CODA – Michele Siliprandi

L’ANIMA E LA CODA, di Michele Siliprandi

L’Anima E La Coda (auto-pubblicazione, 2023) è il romanzo di esordio di Michele Siliprandi, scelto per voi dalla nostra redazione.

Lisa, una vita complicata dalla fine di un matrimonio, dal lavoro precario e dai mille fastidi della quotidianità, decide di cambiare radicalmente vita mentre Pietro viaggia da solo per curare una grave e surreale malattia; gli imprevisti portano Lisa, Pietro e altri personaggi a incontrarsi in un remoto villaggio appenninico… Qui fragilità, solitudini e difficoltà si intrecceranno e si combineranno per originare nuovi punti di vista, cambi di prospettiva e ponti verso un futuro non più da temere e sfuggire ma da affrontare con diversa consapevolezza.

Con stile ironico e leggero Siliprandi racconta una storia che unisce un’attenta ricostruzione psicologica a una convincente ambientazione paesana, ricco di personaggi divertenti, tutti coinvolti in un una vicenda che passa facilmente dai toni della spy-story a quelli del romanzo introspettivo.

Un testo che ha il suo punto di forza nelle immagini che sa evocare, adatto a lettori di ogni età.

1 Comment on "L’ANIMA E LA CODA – Michele Siliprandi"

  1. Mi ha incuriosito e l’ho comprato ed è stata veramente una piacevole sorpresa la lettura di “L’anima e la coda”, romanzo, suppongo d’esordio, di Michele Siliprandi.
    A cavallo tra il Mondo piccolo di Guareschi e il realismo magico di Marquez, tra situazioni e personaggi improbabili, la storia si dipana in un contesto la cui collocazione temporale è incerta, in luoghi anche loro almeno in parte indefiniti (anche se quella fascia di terra che sta tra Po e l’Appennino mi sembra essere l’indiziata principale), in cui la realtà sfuma e si confonde senza soluzione di continuità nell’onirico o nel fantastico e anche la “realtà” stessa lascia piuttosto dubbiosi sulla sua vera natura
    I personaggi, anche se improbabili, sono in realtà figure indimenticabili usciti direttamente da una di quelle osterie piene di fumo in cui si beveva Lambrusco nella tazza, si fumava il toscano e si passava il tempo a raccontare storie ed aneddoti (sulla cui veridicità nessuno scommetterebbe), ad inventare soprannomi che poi diventeranno i nomi definitivi, ad essere, in sostanza, il rifugio che, con la sua combinazione unica di solidarietà, amicizia e divertimento “salva”.
    Insomma, non so se è possibile, ma io in gita ad Albarello ci andrei.
    Buona lettura, non ve ne pentirete

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