Intervista allo scrittore romano Andrea Costa

Andrea Costa, classe 1965, è uno scrittore romano già autore dell’antologia Giri Di Giostra (Edicom, 2005) e del romanzo breve Il Lunedì I Barbieri Sono Chiusi (Serarcangeli, 2011), oltre che di testi per il teatro e pubblicazioni digitali; è adesso in libreria con il suo primo romanzo Manifestazione (Protos, 2025) una storia intensa ma allegra che parla del pressante bisogno di cambiamento di un Paese in crisi e del forte potere di comunicazione dei canali sociali.
Lo abbiamo intervistato.
Com’è nata l’idea che ti ha portato a scrivere Manifestazione?
Lo spunto me lo ha dato un libro di Loretta Napoleoni “Il contagio” che, commentando le rivoluzioni nei Paesi del nord Africa attorno al 2010-2011, metteva in luce il ruolo fondamentale svolto dalle reti sociali nella riuscita di quelle rivolte di massa; ho immaginato una storia che riprendesse questo spunto, collocandolo sullo sfondo sociale e politico italiano.

Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?
Ho sempre cercato di tenere me e le mie esperienze fuori dalle storie che racconto: mi piace concentrarmi sulla costruzione di una vicenda che si completi in sé, senza avere propaggini nel mio vissuto ma credo sia inevitabile che un po’ di me finisca in tutti i personaggi.
Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?
Mi fa piacere ricevere i feedback dei lettori e conoscere quali sensazioni hanno trattenuto dopo aver letto un mio libro, perché mi piace creare una connessione con chi mi legge.
Quando e perché hai deciso di diventare uno scrittore?
Non c’è stato un momento preciso, ho sempre messo per iscritto i miei pensieri e man mano ho affinato e sviluppato la tecnica, fino a quando un tassista a Genova mi ha raccontato una storia, bella e vera: così ho abbozzato il mio primo racconto “Il tassista e la donna” e, forse, è nato in quel frangente il “me apprendista scrittore”.
Quali sono i tuoi modelli letterari?
Ho assorbito tante energie leggendo autori importanti come Steinbeck e Faulkner, ma anche scrittori contemporanei quali Coe e Franzen, o i classici Balzac, Kafka e Hesse. Permettetemi però di dedicare un riferimento specifico a Maggiani, a mio avviso il più grande scrittore italiano vivente, che mi ha suggestionato molto per la sua capacità narrativa.
E’ facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?
No, è un atto di eroismo e comporta orizzonti temporali molto lunghi rispetto a quando si ha il lusso di fare soltanto quello. Servono tanta passione e tanta tenacia.
Che tipo di lettore sei?
Non sono un lettore avido che consuma un libro a settimana, alterno scrittori moderni a scrittori classici e ogni tanto ci infilo un Salgari per rigenerare il fanciullino che ho dentro. Adoro Salgari, un vero genio.
E’ una frase fatta, ma un libro è veramente una ricchezza in cui trovare costante conforto.
Come sei arrivato alla pubblicazione del tuo libro?
Manifestazione è stato pubblicato da Protos Edizioni: ho optato per questa casa editrice, tra le diverse proposte che ho ricevuto, perché mi ha prospettato dei contenuti concreti anche sul piano promozionale.
Come funziona l’editoria indipendente contemporanea, dal punto di vista di uno scrittore emergente?
L’editoria ha costi elevati e rientri molto difficili, del resto come gli altri settori di ambito artistico. Quanti attori o registi girano oggi per le sale a presentare i propri film per attrarre pubblico? La globalizzazione, i margini economici sempre più ristretti, l’attrazione che esercitano le innovative forme di comunicazione rendono purtroppo sempre meno numerosi gli appassionati di editoria indipendente e sempre più sfidante trovare un riscontro pubblico ad una propria opera, se non si è già affermati.
L’editore mi ha messo a disposizione un team di giovani professionisti, che mi hanno concretamente supportato in fase di editing, di grafica, promozionale: a maggio saremo al Salone del libro di Torino a presentare Manifestazione.
Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?
Sicuramente la tecnologia e il web hanno aperto la strada all’auto-pubblicazione e alla piccola editoria, quindi di per sé la valutazione è senz’altro positiva ma in questo scenario hanno trovato terreno fertile operatori del settore che, approfittando delle ambizioni – fondate o meno – degli aspiranti scrittori, hanno tirato su ottimi guadagni dando ben poco in cambio, mancando talvolta di rispetto alla sincera aspirazione artistica di chi si era rivolto loro. Questa finta editoria, sempre più diffusa, non mi piace.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sto lavorando ad un nuovo romanzo che parlerà di ambizione e di fiori…

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