Intervista a Giuseppe Pantano autore del libro Archi di sangue

Giuseppe Pantano

Intervista a Giuseppe Pantano autore del libro Archi di sangue

Giuseppe Pantano (Roma, 1963) è laureato in Economia e Commercio e attualmente riveste la carica di Direttore all’interno del gruppo automobilistico Renault-Nissan-Mitsubishi. “Archi di sangue” è il suo terzo romanzo di genere thriller; ha già pubblicato “Il Tempo rubato” in self-publishing e “La morte non ti lascia sola” per Another Coffee Stories. La sua passione per il thriller viene diffusa anche attraverso il suo canale personale YouTube, che vanta migliaia di visualizzazioni.

Chi è Giuseppe Pantano oltre la scrittura?

Credo di essere una persona normale. Prima di tutto sono un padre di famiglia, attento alle esigenze dei miei due figli e, compatibilmente con i tanti impegni, anche piuttosto presente nei loro confronti. Sono un tipo che non molla mai, molto ambizioso e determinato in tutto quello che fa. Il mio motto è: se cominci a fare qualcosa devi assicurarti di farla bene fino in fondo, altrimenti non iniziare nemmeno. Ovviamente poi ci sono i fattori esterni che possono metterci lo zampino e rovinare i piani. L’importante però è mettercela tutta. Il mio lavoro mi impegna tanto, quindi, siccome ho diversi hobby, spesso mi ritrovo a sacrificare weekend e vacanze per seguire i miei tanti interessi.

Ci parli della sua esperienza e del suo rapporto con la scrittura?

Ho cominciato a scrivere quattro anni fa. Tuttavia sono sempre stato un grande lettore. Ho cominciato da bambino ad appassionarmi al thriller e al giallo. Dal fumetto Diabolik, di cui sono un appassionato, sono passato a letture più impegnative. Dai classici della letteratura italiana, russa, inglese e americana ai grandi giallisti internazionali. Quattro anni fa non ho fatto altro che trasformare in frasi e capitoli le tantissime idee, già organizzate in un’architettura da romanzo thriller, che avevo in mente. Ne sono usciti, praticamente senza soluzione di continuità, quattro romanzi, di cui tre già pubblicati e un quarto in fase di editing. Quando scrivo un romanzo immagino sempre la storia come fosse un film. Come fossi uno spettatore con le sue aspettative e le sue esigenze, in particolare quando assiste a un film thriller. Questo è frutto anche della mia esperienza di spettatore di tanti thriller movie dei grandi registi italiani e stranieri.

Invece cosa dice in merito al suo canale YouTube?

È cominciato quasi per gioco. Mi sono detto: perchè non provare a spiegare la mia passione agli altri? Così sono nati in sequenza il mio profilo Instagram (con oltre cinquemila follower) e il mio canale Youtube (con migliaia di visualizzazioni per video). Ho cominciato a parlare della mia tecnica di costruzione di un romanzo thriller e  delle fonti di ispirazione che mi guidano quando scrivo i miei romanzi. In primis i grandi romanzi gialli, noir thriller e hard boiled. Ho letto di tutto, dai classici come Agatha Christie, ai grandi autori statunitensi come  Ken Follett, Stephen King, John Grisham agli autori del passato che hanno lasciato segni indelebili nella narrativa di genere come Dashiell Hammett e Raymond Chandler, infine ai grandi giallisti italiani come, tra gli altri, i compianti  Andrea camilleri e Giorgio Faletti. Come seconda fonte di ispirazione c’è la multitudine di grandi registi di film di tensione e suspense come il grandissimo Alfred Hitchcock, fino ad arrivare a Dario Argento, Stanley Kubrick, Christopher Nolan, Brian De Palma, Quentin Tarantino, solo per citarne alcuni. La mia terza fonte di ispirazione sono i gravi fatti di cronaca nera, che riempiono i quotidiani e ci danno esatta rappresentazione di come la realtà superi di gran lunga la fantasia, mettendoci di fronte a casi di omicidio efferati e incredibili, da cui un autore come me può cinicamente attingere per ideare i suoi moventi e le sue scene del crimine. Il canale Youtube sta diventando una sorta di piazza da cui parlare con un megafono virtuale di tutto ciò che è thriller. Non solo romanzi ma anche fumetto, musica, life style.  

La digitalizzazione ha veramente rivoluzionato la vita delle persone?

Assolutamente sì. Facciamo l’esempio della narrativa. Come potrebbe oggigiorno un autore come me sfornare tanti romanzi senza l’aiuto del web? Come potrebbe poi farsi conoscere senza utilizzare i social, le piattaforme internet, le classroom virtuali e tutti quei contesti digitalizzati? Scrivere un romanzo comporta uno sforzo immane per reperire informazioni, collezionare conoscenze, confrontare dati, aggiornare notizie. Senza l’aiuto di supporti come il web, i siti specializzati, i motori di ricerca, persino gli audio diffusi tramite PC non si potrebbe affrontare la stesura di un romanzo oggi. Penso a quanto fosse più difficile il mestiere dello scrittore ai tempi in cui visse Agatha Christie. Oggi, che sto affrontando la scrittura del mio quinto romanzo che avrà importanti accenni alla guerra civile nella ex Jugoslavia, mi aiuto moltissimo ascoltando reportage registrati negli anni ottanta da reporter e diffusi da un’importante radio nazionale.

È autore di diversi libri, ci parli del suo terzo romanzo “Archi di sangue”.

Rispetto ai primi due Archi di sangue si può definire più specificamente un social thriller. Anche gli altri trattano, sullo sfondo di fatti di sangue, temi sociali importanti. Ma in questo l’intento è mirato a far riflettere su una piaga che affonda le sue radici nel passato ma che continua, in forme molto simili, a imperversare nella vita della società moderna. Il tema di cui tratta Archi di sangue è la violenza sulle donne. Il romanzo viaggia su tre piani spazio/temporali paralleli. Si parte dai giorni nostri, quando una donna di nome Antonia, che vive a Milano, si accorge di essere pedinata da uno sconosciuto. Antonia ha un passato oscuro e vive un rapporto diffcile col compagno che è un violento. Il secondo piano spazio temporale ci porta nella sicilia degli anni 60. In quel contesto avvengono fatti di sangue molto gravi, in una società gretta e maschilista che tendeva demonizzare la donna in cerca di emancipazione e indipendenza, a costo di nascondere l’evidenza pur di salvare le apparenze e l’onore. In siffatto contesto regnava incontrastato l’istituto giuridico del delitto d’onore, accostato spesso anche alla tradizione, tutta nostrana, del matrimonio riparatore. Il terzo asse spazio/tempo è rappresentato dagli anni 80, quando uno dei protagonisti ritorna dagli Stati Uniti per assistere al funerale del padre e viene messo sulle tracce delle indicibili verità di venti anni prima, da una donna sconosciuta. Ovviamente, attraverso diversi colpi di scena si arriva a scoprire, a poco a poco, quali siano i fili che collegano i tre assi in un finale tutto da scoprire.

Chi sono i protagonisti principali?

Antonia è senz’altro la protagonista che permette il collegamento tra passato e presente. È lei stessa simulacro attuale del tema della violenza di genere e che ricollega il lettore alle malefatte di cinquantacinque anni prima e delle reiterate violenze degli anni 80. Oltre ad Antonia c’è Mimmo, appena diciottenne nel 1963, cioè colui che fu costretto a fuggire per delle accuse ingiuste ricevute a seguito di fatti di sangue avvenuti nel 1963 ai danni della sua amata Caterina. Poi altre figure femminili del passato sono molto importanti, nell’architettura del romanzo:  Giuseppina, una donna che lotterà con tutta se stessa per salvare vite umane, poi Anna, Maria, Teresa, Celestina, tutte persone di sesso femminile che recitano un ruolo chiave per consentire alla verità di spuntarla sulla menzogna e sulla corruzione.

Ci sarà un seguito? Ha altre pubblicazioni in programma?

Come dicevo prima,  a breve uscirà il mio quarto romanzo. Con esso torniamo al genere poliziesco-investigativo che ha caratterizzato “La morte non ti lascia sola”, il mio secondo lavoro. In esso introdurrò la figura di un investigatore, che troveremo anche nel romanzo successivo (il quinto). Egli è un giovane laureando in Giurisprudenza, figlio di un maresciallo dei carabinieri che ha ereditato dal padre la grande passione per le indagini e la ottima capacità di soluzione dei casi. Ma come in tutti i miei romanzi, anche nel prossimo si affronta un tema sociale importante e le sue conseguenze deleterie sulla psicologia delle persone e cioè il bullismo.

Casa editrice: Brè Edizioni

Genere: Social-thriller

Pagine: 210

Prezzo: 14,00 €

Contatti

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1 Comment on "Intervista a Giuseppe Pantano autore del libro Archi di sangue"

  1. davvero molto interessante. Un po’ di noi stessi ci vuole sempre in un’intervista. Mi è piaciuta molto. Anche io ho cominciato da piccola.

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