In occasione del suo nuovo romanzo NOVITAINLIBRERIA.IT ha intervistato Nico Priano

Nico Priano

In occasione dell’uscita del suo nuovo romanzo, Prima Che Il Buio (Nua Edizioni) NOVITAINLIBRERIA.IT ha incontrato Nico Priano, scrittore ligure nato ad Arenzano (GE) nel 1966 che si divide tra il Monferrato e Genova, città dove ha studiato filosofia e dove lavora.

Nella sua carriera, Priano ha pubblicato diversi romanzi di genere noir come La Canzone del Maresciallo (Tragopano Edizioni, 2018) e Chi Ha Rapito Pieroangela? (Bertoni, 2021) ma si è cimentato anche con i racconti e con una raccolta di poesie dedicate al territorio di Ovada, pubblicata nel 2020 dall’editore Landolfi.

 

Parlaci di te: una piccola biografia

 

Nico priano

 

Sono nato ad Arenzano in provincia di Genova, nel 1966.

Vivo tra il Monferrato e Genova, città dove mi sono laureato in Filosofia, con una tesi su Clemente Rebora, poeta e filosofo milanese del ‘900.

Lavoro nel settore metalmeccanico e svolgo attività sindacali.

Trascorro il tempo libero pigramente, tra una lettura e una passeggiata nei boschi, o aiutando mio figlio Francesco a fare i compiti.

Poi, quando arriva l’idea, scrivo.

Ho pubblicato romanzi, perlopiù noir, racconti e una raccolta di poesie.

 

 

Parlaci di Prima Che Il Buio: come è nata l’idea?

 

 

È un romanzo che racconta dieci anni di storia italiana  e ovadese, dal 1935 al 1945, nel quale le vicende storiche si intrecciano con quelle di Michele e Giulia, due giovani che dovranno mettere il loro amore alla prova di eventi terribile, come la battaglia di Olbicella e le persecuzioni contro la comunità ebraica alla quale appartiene Giulia; nella trama entrano anche personaggi realmente esistiti, che aiutano il lettore a calarsi nell’atmosfera di quei terribili anni mentre sullo sfondo c’è il mondo contadino, quello dei miei nonni e proprio dai loro racconti è nata l’idea di scrivere il romanzo, poiché avvertivo l’urgenza e la necessità di mantenere vivo il ricordo di quei giorni  e di  raccontare una storia che non è solo quella della mia famiglia ma quella di chi quelle vicende le ha condivise e sofferte.

 

 

Come hai raccolto il materiale necessario alla stesura del romanzo, a parte i ricordi dei tuoi nonni?

La narrazione ha comportato un notevole lavoro di ricerca e di approfondimento: ho anche raccolto  testimonianze dirette e consultato numerosi libri di storia.

 

 

Qual è il tuo rapporto con i lettori?

Il rapporto con i lettori è fondamentale: mi piace incontrarli in libreria, magari alla presentazione o al firmacopie e conoscere la loro opinione perché penso che attraverso il giudizio dei lettori gli autori possano meglio comprendere i punti deboli e quelli forti dei propri lavori.

Lo scrittore è spesso una creatura supponente e suscettibile ma io trovo che questo atteggiamento sia sbagliato.

 

Quando e perché hai deciso di diventare uno scrittore?

Ho sempre amato scrivere: ho cominciato con i racconti, poi ho preso coraggio ma non posso dire di aver “deciso” di diventare scrittore.

Credo che scrivere sia terapeutico e a volte perfino necessario: una finestra spalancata dal vento, una voce che ti chiama, qualcosa con cui devi fare i conti.

 

Come ti descriveresti come lettore?

Un lettore con una pila di libri sul comodino, che vanno dai fumetti alla poesia, dai classici della grande letteratura al libro scoperto per caso in una piccola libreria o su una bancarella, senza dimenticare  la storia e la filosofia, per le quali ho una sezione a parte nella libreria di casa.

 

Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?

Io utilizzo la tecnologia per necessità, ma maldestramente e non sono un appassionato anche se  faccio parte della comunità virtuale e partecipo, senza tirarmi indietro.

Le reti sociali sono sicuramente strumenti utili che consentono di coinvolgere e raggiungere molte persone nel tempo impercettibile di un click e rappresentano la soluzione ideale per chi vuole farsi conoscere attraverso il passaparola ma non possono sostituirsi alla rete autentica dei rapporti interpersonali che si basa su voci, sguardi, contatti fisici.

Incontrare una persona su Facebook o tramite una chiamata a distanza non mi emoziona come un incontro reale, come quando aspetti l’arrivo di qualcuno all’angolo di una via, in un bar, sul binario di una stazione.

 

 

Be the first to comment on "In occasione del suo nuovo romanzo NOVITAINLIBRERIA.IT ha intervistato Nico Priano"

Rispondi