Carmelo De Marco torna in libreria: l’intervista

Carmelo De Marco torna in libreria: l’intervista

Carmelo De Marco torna in libreria con 2024. La Bussola E I Portici (Europa Edizioni, 2022), un romanzo di fantasia “distopica” ambientato in una Bologna devastata dalla pandemia che ha colpito tutto il pianeta dal 2020, mentre l’Europa è lacerata dall’avanzata delle destre estreme designate a governare da popoli stanchi e delusi e dal nichilismo di una gioventù senza prospettive.

Novità in Libreria lo ha intervistato.



Perché un libro ambientato a Bologna?

Perché, toccata di sfuggita nel precedente romanzo, reclamava la ribalta in quel telaio dove si erano costruite le trame più rilevanti della mia vita.

Com’è nata l’idea alla base di  2024 – La Bussola E I Portici?

Stavamo vivendo tempi molto duri, in ambito sociale, politico, drammaticamente scanditi dalla paura: il periodo dell’emergenza sanitaria  ha certamente favorito la concentrazione, le pause dedicate alla lettura, la riflessione su quanto stava accadendo e su come noi umani lo stavamo affrontando; ho osservato il mondo intorno a noi e ho visto un mondo sbandato, sbadato, senza punti di riferimento, una deriva senza ritorno e così ho immaginato una storia che mi auguro di non vivere mai, ma che sia da monito per tutti coloro che ancora hanno intelligenza e coscienza, affinché si prodighino per dare un freno alla caduta di questo nostro mondo, quello occidentale, soprattutto per le nuove generazioni e quelle che verranno.



Com’è cambiato, se è cambiato, negli anni e rispetto al libro precedente, il tuo rapporto con la scrittura?

Sono passati poco meno di due anni dal mio precedente romanzo e ho maturato uno stile: amo fare correre le parole come immagini, fotogrammi affinché il lettore possa sentirsi trascinato non solo con la mente ma con gli occhi.

E quello con i lettori?

E’ migliorato, nel senso che ora mi conoscono meglio e interagiscono di più sul mio blog e negli incontri di presentazione e firma copie che finalmente ho potuto organizzare portando il mio romanzo e la mia parola in mezzo alla gente e nelle librerie.


Che consigli daresti a uno scrittore esordiente?


Di seguire il suo istinto e il proprio cuore, non è vero che scrittori si nasce, scrittori si diventa; di leggere molto, i classici e non solo per  dotarsi di una profonda cultura in tutti i campi, filosofia compresa perché per cogliere l’animo umano e i lineamenti del mondo che ci circonda, occorre una grande sensibilità, non basta sapere mettere insieme le parole.

Ritieni che gli anni difficili che stiamo vivendo abbiano influito sui gusti e la sensibilità dei lettori?

No, non credo; chi amava la lettura e magari per mancanza di tempo, per stanchezza o pigrizia non riusciva a dedicarvisi, durante il tempo della chiusura ha trovato spazio e sfogo nella pagina scritta ma i non amanti dei libri hanno continuato, anche nella reclusione delle loro case, a fare altro.



Ritieni che la narrativa contemporanea possa soddisfare le esigenze dei lettori o trovi che manchi qualcosa all’offerta odierna?

L’offerta odierna nel campo della narrativa  è ampia e se la domanda è debole non è per carenza di offerta ma di interesse: la lettura non è promossa adeguatamente, nel nostro paese, non è il prodotto che manca ma la sua promozione.

Come giudichi il diffuso fenomeno dell’editoria a pagamento?


Gli editori a pagamento sono quelli che, stampato il volume, senza neanche una valutazione che si rispetti (prendono i soldi e pubblicano), non si occupano più del libro e del suo autore, non hanno un canale di distribuzione per cui il libro non arriva alle librerie (a mala pena arriva in rete per via dell’automatismo del ISBN obbligatorio): non sono veri editori, sono tipografi! Ci sono invece molti editori che chiedono un contributo all’autore e, dopo aver valutato la bontà del testo, mettono a disposizione un editor e coinvolgono l’autore in tutta la fase di produzione (copertina compresa), poi lo affidano un ufficio stampa che segue e stimola l’attività promozionale, sui social, sulle riviste specializzate e alle fiere del libro. Se un editore siffatto chiede un contributo ad uno scrittore alla prima prova, non conosciuto neanche in altri ambienti di notorietà, magari per realizzare un box pubblicitario su un quotidiano, fa gridare allo scandalo?

Che dire di tutti i grandi scrittori che prima del successo hanno stampato pagando qualcosa? Bene, credo la distinzione sia chiara.

E cosa pensi delle altre forme di editoria alternative a quelle tradizionali

Anche l’auto pubblicazione può rappresentare un buon viatico per farsi conoscere, apprezzare e magari diventare famosi.

È mia opinione dunque che forme alternative di editoria possano essere una risorsa per uno scrittore.



Cosa c’è nel tuo futuro?


Sicuramente un nuovo romanzo, ho tante idee in proposito ancora da sviluppare. Soprattutto ci sarà ancora la poesia, forma di espressione che amo particolarmente e mi coinvolge. Dopo la silloge Parole, suoni, silenzi – Un’anima e due ali, pubblicata a dicembre 2021 da Venilia Editrice, ho in animo di dare vita a una nuova raccolta.

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