Abbiamo intervistato Lorenzo Bortolotto, autore di Accarezzare Le Nuvole

Abbiamo intervistato Lorenzo Bortolotto, autore di Accarezzare Le Nuvole

Lorenzo Bortolotto, veneto, è lo scrittore esordiente che conosciamo in questa intervista: ha pubblicato Accarezzare Le Nuvole (Auto-pubblicazione, 2022) un romanzo che racconta esperienze di vita, di volo, viaggi e amore per la montagna e la vita di un gruppo di personaggi contemporanei.

Qual è l’idea che ha dato origine al tuo primo romanzo?

Molti anni fa conobbi un giovane appassionato di deltaplano che non si stancava mai di raccontarmi delle sue imprese e che ha continuato a volare anche dopo il grave infortunio che lo aveva reso invalido; un altro amico ha perso la vita durante un volo.

Anni dopo, ormai in pensione, avevo deciso di volare anche io ma fu mia moglie a dissuadermi, convinta che anche per me il deltaplano sarebbe stato fatale: tutto questo è alla base dell’ispirazione per Accarezzare Le Nuvole.

Quali scrittori hai considerato come modelli, quando hai iniziato a scrivere?

Umberto Eco,  Italo Calvino, Primo Levi , Tiziano Terzani e il mio conterraneo Mario Rigoni Stern; tra gli autori stranieri, Margaret Atwood.

E’ facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?

Non è facile e preferirei vivere in montagna e staccarmi dai problemi familiari di tutti i giorni.

Che tipo di lettore sei?

Abbastanza costante, quando inizio è difficile che non finisca un libro: pensa che a 17 anni avevo comprato un libro di E. Kant Prolegomeni Ad Ogni Futura Metafisica, perché ero affascinato dal titolo ma devo ancora finirlo (uno dei pochi).

Come scegli le tue letture?

 Mi piace leggere narrativa  ma anche saggi scientifici o psicologici; faccio parte di un gruppo di lettura locale e gli spunti non mancano.

Secondo te, qual è il ruolo della lettura, nella vita quotidiana?

E’ qualcosa di più che il puro intrattenimento o passatempo: lo scopo della lettura è farci crescere moralmente e culturalmente, perché  solo così possiamo sperare in un futuro migliore.

Come hai deciso di diventare scrittore?

All’inizio, affascinato dai racconti che sentivo in casa, avevo deciso di scrivere una biografia dei miei nonni e di mio padre, che hanno avuto una vita avventurosa, poi però decisi di lasciare il lavoro a mia cugina, alla quale passai il materiale che avevo raccolto; in seguito ho tratto spunto dalle mie vicende personali per iniziare una serie di racconti che  avevo provato a proporre, senza esito, ad alcuni editori locali.

Decisi di tentare la pubblicazione in rete di un racconto, in formato digitale e così pubblicai Tanga, con Street Lib, nel 2018; in seguito ho frequentato un corso di scrittura creativa e con nuove competenze ho rivisto i miei vecchi racconti, mentre alcune delle mie vicende personali mi avevano già dato lo spunto per Accarezzare Le Nuvole, che è in effetti il mio esordio.

Come valuti l’importanza e il ruolo delle reti sociali per uno scrittore esordiente, indipendente o che comunque pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?

Le reti sociali sono  una valvola di sfogo perché in Italia si legge poco rispetto agli altri paesi, in compenso c’è tanta voglia di scrivere da parte di tanti.

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