Abbiamo intervistato Andrea Zavagli, autore di Tutto Il Mondo È Paese

Abbiamo intervistato Andrea Zavagli, autore di Tutto Il Mondo È Paese

Andrea Zavagli, fiorentino, è uno degli autori esordienti che stiamo imparando a conoscere con le nostre interviste; Zavagli è l’autore di Tutto Il Mondo È Paese (Edizioni 0111, 2022),  vincitore nella categoria “Miglior stile narrativo” al Giallo Festival 2022, finalista della quinta edizione del concorso 1 Giallo x 1000 e al XVII premio nazionale letterario Città di Taranto; come membro dell’associazione letteraria “Gruppo Scrittori Firenze” ha partecipato alle antologie di monologhi femminili Le Sconfinate e Le Immaginate (Il Foglio) mentre il suo racconto Necessariamente Scapolo è finalista al concorso Garfagnana In Giallo 2023.

Tra gli altri suoi racconti San Domenico Di Guzman, è stato pubblicato  da Il Foglio Letterario di Piombino mentre Pizza Densah è stato pubblicato nell’antologia Racconti Gialli- Thriller  2023 (Historica Edizioni, 2023); infine La Valigia è finalista al recente concorso Etnabooks.

Come è nata l’idea alla base di Tutto Il Mondo E’ Paese?

Da una serie di tre racconti che ho scritto nel 2019 nei quali era già presente il Commissario Manfredi; Uno di questi racconti arrivò in finale  al concorso “Appuntamento in nero” organizzato da Trezzano Noir e così, durante l’isolamento dovuto all’emergenza sanitaria e in seguito a una lunga degenza ospedaliera, ebbi l’ispirazione per riprendere quel materiale e trasformarlo nel mio primo romanzo giallo.

Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?

Direi niente se non una visione della vita priva il più possibile di dolore e venata di una leggera ironia.

Che tipo di scrittore sei?

Non sono un professionista, sono un dilettante e principalmente voglio esprimere un buono stile di scrittura.

Quali sono i tuoi modelli letterari?

Le mie basi fondano sui gialli classici e quindi mi ispiro molto allo stile dei classici come Simenon, Stout,  Christie,  Dexter e, tra i contemporanei, Malvaldi.

E’ facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?

Come pensionato, la scrittura è solo un passatempo.

Che tipo di  lettore sei?

Saltuario e incostante: da quando  ho iniziato a scrivere, poi, l’occhio dell’editor si sovrappone a quello del lettore e mi impedisce (quasi sempre) una lettura serena. 

Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?

Fondamentale, considerando che anche tanti bravi scrittori spesso non ottengono grande successo per problemi legati alla distribuzione e alla pubblicità che, ancor di più, condizionano  gli esordienti; la moderna tecnologia può riuscire a superare i confini territoriali nei quali lo scrittore è naturalmente racchiuso.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Un secondo giallo con protagonista di nuovo il Commissario Manfredi è quasi terminato e forse un giorno potrei raccogliere i miei racconti in un’antologia continuando a divertirmi.

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