Abbiamo intervistato Alessandra Pritie Maria Barzaghi, autrice de Le Verità Dei Figli Adottivi

Abbiamo intervistato Alessandra Pritie Maria Barzaghi, autrice de Le Verità Dei Figli Adottivi. Luci e ombre dell’adozione internazionale

Alessandra Pritie Maria Barzaghi vive in Lombardia e si occupa di  scrittura, traduzioni, editing e ghostwriting Le Verità Dei Figli Adottivi. Luci e ombre dell’adozione internazionale (Scatole parlanti, 2022) è il suo primo libro e affronta un tema interessante e delicato. Novità in libreria l’ha intervistata.

Com’è nata l’idea alla base del tuo libro di esordio?

In modo inaspettato: ho sempre desiderato esprimermi a riguardo dell’adozione ma avevo quasi rinunciato all’idea, perché, nonostante io stessa sia una figlia adottiva, mi sentivo condizionata dall’idea prevalente che considera l’adozione un campo specialistico da argomentare con obiettivo distacco; tuttavia, nell’ambito di un gruppo di scrittura era nato un bel progetto editoriale individuale e allora ho sentito che era arrivato il momento giusto, forte della convinzione che la prospettiva degli attori principali dell’adozione, i figli adottivi, meritasse finalmente l’attenzione dovuta.

Alessandra Pritie Maria Barzaghi

Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?

Nel libro non compare la mia vicenda adottiva, perché il progetto è nato con il presupposto che tutti i racconti venissero rappresentati con valore paritario e la presenza della mia storia personale avrebbe potuto oscurare le altre, essendo io l’autrice: certo,  nella premessa e nelle chiavi di lettura in calce a ogni testimonianza traspare il mio pensiero sull’adozione e ciascuna storia riflette parti della mia esperienza personale, soprattutto nel vissuto emotivo-affettivo.

Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori?

Diretto:  presento Le Verità Dei Figli Adottivi dal vivo e da remoto a piccole platee di persone e il numero limitato di partecipanti favorisce il dibattito e un confronto prezioso e costruttivo; inoltre seguo personalmente le discussioni in rete, leggo i commenti e rispondo alle domande degli interessati, perché  mi gratifica il contatto quotidiano con i lettori e mi piace pensare che il mio sia un “libro di lavoro”, il punto di partenza di un progetto più ampio di diffusione della cultura dell’adozione e del punto di vista dei figli adottivi.

Quando e perché hai deciso di diventare una scrittrice?

In casa mia, da ragazzina, c’erano libri ed enciclopedie e io ho letto e sfogliato parecchio: credo di aver scelto di diventare traduttrice proprio per continuare a stare accanto alle pubblicazioni. Nei trent’anni che ho svolto questa professione, mi sono passati per le mani testi dei più svariati argomenti: tradurre è un atto creativo, ho sempre adorato farlo, ma a un certo punto non mi era più sufficiente, desideravo scrivere qualcosa di mio e dopo aver scoperto l’affascinante mondo della scrittura creativa, il passo a specializzarmi come editor e ghostwriter e a diventare a mia volta autrice è stato breve.

Quali sono i tuoi modelli letterari? A quali libri o scrittrici/scrittori senti di poterti ispirare?

Sono attratta dai romanzi che riescono a coniugare suspense e spunti di riflessione e apprendimento, e dalla sorprendente narrativa orientale come Il dio delle piccole cose di Arundhaty Roy, ma fanno parte delle mie letture abituali autobiografie, biografie, romanzi d’inchiesta, reportage giornalistici, e naturalmente racconti basati su vicende realmente accadute: prediligo i gialli giudiziari e la scrittura cristallina e avvolgente di John Grisham, quella cruda e spietata di Edward Bunker, il noir efferato di Shane Stevens e i toni forti di Don Winslow, adoro il grottesco, il paradossale e i dialoghi fulminanti di Joe R. Lansdale, e allo stesso tempo sono affascinata dai personaggi indimenticabili e dalle tematiche legate alla psicologia infantile trattate da Torey Hayden.

Che tipo di lettrice sei?

Leggo scrittori di fama, così come i libri di autori sconosciuti che mi fanno scoprire nuovi stili e storie originali: passo ore in libreria a spulciare novità e vecchie pubblicazioni e, quando un libro mi incontra nel profondo, scatta la compulsione, la magia delle sue pagine mi travolge, se ho tempo lo leggo tutto in una volta, altrimenti passo le giornate trasognata in attesa di sapere come andrà a finire, i personaggi diventano come dei familiari e ne avverto la mancanza. Mi sento perduta quando mancano poche pagine a terminare la lettura e allora, pur di non lasciarlo, rileggo le parti che mi hanno colpita e poi lo setaccio tutto, colophon compreso, cerco notizie sull’autore per scovare i suoi titoli, confidando che sia già all’opera con la stesura di un altro libro: è il mio modo di onorare i libri e gli autori che mi hanno emozionato, che mi hanno insegnato qualcosa, che insomma hanno lasciato il segno.

È facile conciliare l’attività di scrittrice con la vita di tutti i giorni?

Oggi è più semplice, avendo finito di crescere i miei figli, ho più tempo per dedicarmi alla scrittura e posso assecondare i momenti di ispirazione; mi ritengo fortunata a vivere in un luogo che li favorisce, immerso nel silenzio e nella natura, ma non per forza il classico rifugio dello scrittore completamente isolato dal mondo.

Come sei arrivata alla pubblicazione del tuo libro?

Le Verità Dei Figli Adottivi è nato come  auto-pubblicazione e , su consiglio di esperti, ho deciso ho deciso di proporlo a una casa editrice:  considerati i messaggi importanti che il libro contiene speravo che entrasse nel circuito della grande distribuzione, così ho inviato il manoscritto a una decina di editori non a pagamento e nel giro di quattro settimane ho ricevuto la proposta di pubblicazione da parte di Scatole Parlanti.

Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?

Che si pubblichi con una casa editrice o in autonomia, promuovere personalmente il proprio libro sulle reti sociali è fondamentale, perché  le case editrici sono sempre meno disposte a supportare lo scrittore e a investire nel marketing. Per quanto mi riguarda, trovo gratificante occuparmi di persona della presenza in rete del mio libro, mi piace sentirmi coinvolta in prima linea nella sua promozione, curare le relazioni con i lettori e creare iniziative per mantenerlo vivo, fragrante e visibile.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sto portando avanti due progetti di scrittura, sempre legati al tema dell’adozione: un romanzo in parte autobiografico  e il seguito de Le Verità Dei Figli Adottivi, chiesto a gran voce dai lettori. Sto riflettendo sull’idea di scrivere un libro per bambini per spiegare l’adozione con un approccio nuovo che adesso è presto svelare.

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