Intervista a Marco Liguori: “Vi racconto com’è nato il mio saggio storico Caterina Costa, La Nave Dei Misteri”

Intervista a Marco Liguori: “Vi racconto com’è nato il mio saggio storico Caterina Costa, La Nave Dei Misteri”

Marco Liguori è un giornalista napoletano e per anni  si è occupato di cronaca, economia, finanza per quotidiani e periodici: è anche fondatore di Pianetagenoa1893.net, la prima testata giornalistica che parla del Genoa e dei suoi tifosi.

Nel 2004 ha scritto, con il collega Salvatore Napolitano,  il libro “Il pallone nel burrone”(Editori Riuniti), un’analisi rigorosa del crack del calcio italiano. Di recente, è tornato in libreria con un saggio  Caterina Costa, La Nave Dei Misteri (De Ferrari, 2023) che racconta un  terribile evento della Seconda Guerra Mondiale: fatto poco noto, ma probabilmente determinante,  della vicenda bellica in Italia.

Lo abbiamo intervistato.

Marco Liguori

Come è nata l’idea alla base del tuo saggio?

Sull’onda dei ricordi della mia famiglia che abitava non lontano dalla Darsena del porto di Napoli e che racconto nel prologo del libro; dai racconti di famiglia sono passato al lavoro di ricerca presso l’Archivio di Stato di Napoli, l’Archivio Centrale di Stato a Roma, l’Ufficio storico della Marina, l’archivio della Fondazione Ansaldo e quello della Famiglia Costa messomi a disposizione da Nicola Costa.

Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri?

Il prologo  è l’unica parte dove c’è qualcosa riguardante me stesso, sia pure indirettamente. Per il resto, il mio lavoro è incentrato su una documentazione storica rigorosa, ricca di note dove sono illustrate le fonti d’archivio.

Come lo hanno accolto i tuoi lettori?

Diverse persone mi hanno scritto per complimentarsi, poiché fino a poco tempo fa non avevano mai sentito parlare della tragedia della Caterina Costa e anche i discendenti di alcune vittime. 

Quando e perché hai deciso di diventare uno scrittore?

Proprio quando mia madre mi raccontò nuovamente la vicenda della “Caterina Costa” e della vita a Napoli sotto i bombardamenti aerei alleati.

Quali sono i tuoi modelli letterari?

Non ho un riferimento preciso a cui ispirarmi, ma cerco di prendere il meglio dagli autori del passato: ho letto diversi saggi, in particolare quelli di Denis Mack Smith, Arrigo Petacco, Gianni Rocca, Gabriella Gribaudi, Emilio Gentile, Francesco Filippi, Istvan Deak e Antonella Salomoni.

Che tipo di lettore sei?

Sono un lettore attento, mi piacciono i testi scorrevoli e documentati che offrono, se non delle precise conclusioni, ma una serie di riflessioni anche per i miei futuri lavori.

E’ facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni?

Non è facilissimo, devo organizzarmi con l’attività giornalistica e con la vita quotidiana. Però riesco a trovare spazio per documentarmi e scrivere: la prima è necessaria per poter ben realizzare la seconda.

Come sei arrivato alla pubblicazione del tuo libro?

Ho presentato il manoscritto di al Premio Acqui Edito & Inedito nel 2022 e sono risultato tra i vincitori. Il premio consisteva nella pubblicazione da parte di De Ferrari Editore e nel febbraio 2023 è stato pubblicato. In marzo ho iniziato le presentazioni del libro e ho partecipato ad altri concorsi letterari: ho ottenuto in totale finora due vittorie e altri 11 riconoscimenti».

Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti social e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria?

Sono fondamentali. Ho imparato da autodidatta l’utilizzo dei canali social per diffondere il mio libro: ogni giorno mi invento un tema diverso oppure mi collego a una ricorrenza storica attinente col saggio.  Con i canali sociali si riesce a diffondere il proprio lavoro

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