CUORE DI FURIA – Romana Petri

CUORE DI FURIA, di Romana Petri

Dopo i libri dedicati alle vite di Jack London e a quella di Mario Petri padre dell’autrice, questa volta Romana ha scritto un romanzo che racconta la storia un po’ onirica un po’ vera di Giorgio Manganelli e il difficile rapporto tra un padre e sua figlia.

Essendo una lettrice appassionata dei romanzi della Petri, non potevo non leggere anche questo suo libro e devo dire che paradossalmente ho trovato delle similitudini tra il personaggio di Jack London e il nuovo protagonista, Jorge Tripe; parlo dell’amore per la lettura, il desiderio smanioso di conoscenza attraverso le pagine dei libri e la necessità quasi viscerale di scrivere, annotare frasi, pensieri su “pezzulli” di carta come dice la Petri. Ma torniamo a noi, questo Jorge Tripe, il cui nome si scoprirà solo dopo diverse pagine del libro è sicuramente il padre che nessuno di noi vorrebbe avere, un padre assente, incapace di prendersi cura di sua figlia Norama Tripe (anagramma di Romana Petri), la quale soffrirà per tutta la vita di quel vuoto incolmabile che lei con smaniosa insistenza cercherà di riempire senza mai riuscirci.

Ebbene, quale senso può avere avuto per la scrittrice dare il nome alla figlia del protagonista anagrammando il suo, visto che si parla di padri tanto diversi? Dietro questa storia si cela un significato profondo, per la Petri Manganelli fu il suo padre letterario, colui che malgrado i modi bruschi e il carattere difficile, l’ha incoraggiata a spingersi verso il mondo della scrittura. Niente a che vedere con Mario Petri ovviamente, Manganelli fu un padre anafettivo, Mario Petri un padre ciclonico che ha riempito la vita della scrittrice.

Dice l’autrice in un’intervista: “L’anafettività di un genitore crea qualcosa di micidiale: un doppio carico di sentimenti; da una parte il rancore, dall’altro un enorme bisogno di conquista e non è detto che talento ed intelligenza siano anche portatori di buoni sentimenti”.

Non conoscevo Manganelli né avevo mai letto nulla di suo, la curiosità è nata leggendo le pagine di questo libro. Per cui ho iniziato a fare alcune ricerche, ad ascoltare interviste di chi lo aveva incontrato, scoprendo un personaggio molto particolare. Malgrado tutto il libro non mi ha entusiasmata. Non sono riuscita ad entrare in sintonia con i personaggi, né a odiarli (e c’è n’erano di motivi per arrivare ad avere antipatia per alcuni di loro). Si dice che quando si legge un romanzo questo deve scuoterti dentro, chi scrive deve riuscire a metterti con le spalle verso il vuoto; beh, questa volta non è andata così!

Una cosa però posso affermare con certezza, il romanzo racconta con quello stile inconfondibile che contraddistingue la Petri quanto, secondo un’idea “miltoniana”, la vita non si scelga, ma ci tocchi e l’autrice in questo caso lo dimostra magistralmente.

Recensione di Marzia De Silvestri

CUORE DI FURIA Romana Petri

 

 

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